Azienda Agricola Le Sinergie: zafferano, cultivar antiche e amore per il territorio

Oggi andiamo sul bellissimo Lago Maggiore, ad Angera, per scoprire lo zafferano dell’Azienda Agricola Le Sinergie, nata dalla passione di Carmela Pappalardo e del marito Giovanni Belluscio.
Quest’azienda si concentra, soprattutto, sulla coltura dello zafferano. Ma ha avuto il coraggio di riscoprire alcune antiche cultivar legate al territorio.
Per comprendere appieno questa realtà e il suo forte legame con il territorio, abbiamo intervistato Carmela.
Azienda Agricola Le Sinergie: piccoli sognatori e grandi progetti
Buongiorno Carmela e grazie per la disponibilità. Quando è nata la vostra azienda e quale lo spirito che la anima?
L’azienda nasce nel 2015, quando io e mio marito decidemmo di acquistare dei terreni e iniziare a sognare. Entrambi avevamo, da sempre, la passione per la terra.
Io sono una biologa e a quei tempi ero Direttore Tecnico di un’azienda cosmetica, ruolo che ho ricoperto per circa 20 anni.
Nel 2017 ho preferito licenziarmi e iniziare ad esercitare come consulente per avere più tempo da dedicare alla nostra azienda agricola.
Penso che la dimensione naturale, originaria per l’essere umano sia la terra. Quando sono in mezzo ai campi io rinasco, tutti i pensieri svaniscono.
E il nome “Le Sinergie” a cosa è dovuto?
Per due ragioni. Prima di tutto perché vogliamo esprimere il concetto di quanto sia bello e importante vivere in sinergia con la Natura.
In secondo luogo perché pratichiamo l’agricoltura sinergica.
Pratichiamo Agricoltura Biologica e Sinergica. Non utilizziamo concimi di alcun tipo ma applichiamo la rotazione delle colture e la consociazione. Come insetticidi nulla di chimico ma solo macerati naturali come il macerato di ortica e di aglio.
Se rispetti la natura e i suoi ritmi, lei ti ripaga.
Il vostro pezzo forte è lo zafferano. Come mai avete scelto proprio questa coltura?
Volevamo coltivare qualcosa di particolare, di “speciale”.
Poi, per caso, abbiamo scoperto sul web che lo zafferano fu introdotto in Lombardia nel 1810 e proprio qui ad Angera. E’ stato un ulteriore segno che questa era la coltura giusta per noi.
Abbiamo voluto far rivivere l’antica gloria a questo splendido fiore.
Esiste anche un libro, “Monografia dello Zafferano“, dove si narrano diversi aneddoti legati alle antiche botteghe lombarde.
Perché un consumatore dovrebbe scegliere proprio il vostro zafferano?
Perché noi siamo i primi clienti di noi stessi. Produciamo solo ciò che noi per primi consumiamo. Coltiviamo nel massimo rispetto della terra e della salute.
E poi perché con il nostro zafferano abbiamo fatto rivivere una parte importante della storia del nostro territorio.
E’ possibile venirvi a trovare?
Certamente. Basta inviarci una mail a: info@lesinergie.eu
Oppure chiamarci al numero: +39 347 830 8187
Inoltre, per restare sempre aggiornati, potete visitare il nostro sito e la nostra pagina Facebook.
Da un piccolo sogno ad un grande progetto
Come è cresciuta la vostra azienda in questi anni?
All’inizio eravamo dei piccoli grandi sognatori. Coltivavamo solo zafferano. Piano piano ci siamo ingranditi, abbiamo introdotto altre colture e abbiamo aperto anche un laboratorio di trasformazione.
Oltre allo zafferano abbiamo scelto d’introdurre anche le erbe officinali con le quali realizziamo oleoliti e unguenti. Hanno un’altissima concentrazione di principi attivi e, dunque, non hanno solo una finalità cosmetica ma possono essere impiegati a scopo terapeutico.
Li estraggo con il vecchio metodo alchemico: raccolgo i fior nel momento in cui sono più ricchi di principi attivi, poi li faccio macerare nell’olio di girasole e li lascio al sole per 28 giorni. Passato questo periodo vengono esposti alla luna. In questo metodo si lascia fare tutto alla natura, l’intervento umano è davvero minimo.
E colture a scopo alimentare?
Coltiviamo anche ortaggi classici, rigorosamente di stagione. Abbiamo circa 15 varietà di pomodori, alcune davvero particolari. Ad esempio abbiamo la varietà Furiosi e Ramella che hanno la caratteristica di essere molto grandi e con la buccia sottilissima. Pomodori gustosissimi che sono stati recuperati in Piemonte da un contadino.
Inoltre abbiamo anche antiche cultivar.
Tra queste ultime, degna di nota la Cocomera Bianca, con la quale facciamo una squisita confettura aromatizzata allo zafferano e un’insolita mostarda, prodotto apprezzatissimo qui in Lombardia.
Abbiamo recuperato anche il Fagiolo di Brebbia, un’antica cultivar che stava scomparendo. Ora, grazie ad Expo, ha ottenuto il presidio Slow Food. E’ un fagiolo pre-colombiano: era presente a Brebbia, un paese qui vicino, già prima dell’arrivo di Cristoforo Colombo.
Pratichiamo la consociazione tra lo zafferano e il fagiolo di Brebbia e dà ottimi risultati.
Progetti per il futuro?
Nel futuro più immediato posso dire che apriremo una piccola struttura in cui organizzare corsi e laboratori per bambini. A breve inizieremo anche le visite guidate.
Invece un altro progetto più ambizioso sarebbe quello di abbandonare del tutto il lavoro per potermi dedicare all’agricoltura al 100%.
Zafferano, la spezia del buon umore
Qual è la specificità dello zafferano?
E’ un prodotto eclettico, che si presta alla realizzazione di un intero menù: dall’antipasto al dolce.
Inoltre si possono utilizzare sia i pistilli sia i fiori. Questi ultimi sono ricchi di antociani, dal forte potere antiossidante. E, inoltre, contengono sostanze che stimolano la produzione di endorfine. Per questo lo zafferano è chiamato anche “spezia del buon umore“.
Che cosa producete con lo zafferano?
Oltre a vendere i classici pistilli, nel nostro laboratorio di trasformazione produciamo anche biscotti con pistilli e fiori di zafferano, tisane con i fiori di zafferano, confetture con frutta e zafferano o con ortaggi e zafferano.
Lo Zafferano di Angera, una storia lunga più di due secoli
In che modo lo zafferano si lega al vostro territorio?
Come ho già anticipato, nel 1810, quando lo zafferano venne introdotto in Lombardia, venne introdotto proprio ad Angera.
Si sposa benissimo con gli altri prodotti tipici della Lombardia, come, ad esempio, il riso. Un piatto tipico di queste zone è la Risotta: una specie di risotto allo zafferano ma in versione più brodosa. Una minestra con riso e zafferano che veniva consumata dai contadini. Una ricetta della cucina povera ma ricca di gusto.
Ma si accompagna benissimo anche con lo stesso Fagiolo di Brebbia, antica cultivar recuperata da noi. Infatti lo scorso anno abbiamo preso parte alla manifestazione Slow Bean, organizzata da Slow Food, una manifestazione dedicata ai legumi dove si svolgono le “Fagioliadi, cioè gare tra piatti di legumi. Noi abbiamo cucinato una zuppa con il fagiolo di Brebbia e lo zafferano e abbiamo vinto il premio come piatto più delicato.
Come valorizzare lo zafferano
Qualche chicca per esaltare questo straordinario prodotto?
Noi realizziamo alcune confetture molto particolari che fanno scoprire un lato insolito dello zafferano. Molto particolare, ad esempio, quella con zucchine e zafferano che è squisita con i formaggi ma anche a colazione su una bella fetta di pane. Inoltre è un modo per far apprezzare le zucchine anche ai bambini che non sempre amano le verdure.
Deliziosa e delicata anche la confettura con mele e zafferano, ottima sui formaggi delicati.
Infine la confettura con cocomera bianca e zafferano è fresca e aromatica, ideale, per contrasto, per accompagnare piatti di formaggi robusti. Ma è buona anche per realizzare originali crostate.