Dal grano alla pasta, la passione di Alberto Agosta per l’oro della terra firmato pastificio Feudo Mondello

Il profumo del grano lungo le colline
Sono le 12 e il sole riscalda le colline della valle del Belìce. È tempo di trebbiatura, siamo a luglio. Qui splende l’oro della terra: il grano. Ci troviamo presso il pastificio Feudo Mondello, in contrada Mondello, nel vastissimo territorio di Monreale, a sessanta chilometri da Palermo, in Sicilia. Il feudo Mondello sorge su terreni che si estendono per circa 270 ettari. La famiglia Agosta coltiva grano da generazioni: il Feudo Mondello è stato acquistato nel 1872.

La lavorazione con il mulino in pietra
Il feudo Mondello è dotato di un mulino con macina in pietra naturale e un pastificio artigianale.
All’interno dell’edificio giallo che sorge sopra la collina, ci sono tante macchine al suo interno, che vengono utilizzate per lavorare la pasta in modo rigorosamente tradizionale.
“Questa –spiega Alberto – è la nostra ricetta: la lenta macinazione a pietra, la lenta idratazione della semola grossa, la lenta trafilatura in bronzo e la lenta essiccazione a bassa temperatura fanno si che la pasta mantenga, il colore, il profumo ed il gusto del grano di origine”. E ancora: “che il grano nel diventare pasta cambia solamente la sua forma. Osservando infatti la nostra pasta ci si rende immediatamente conto che il suo colore è lo stesso di quello del grano da cui proviene”.
Un progetto realizzato
Ad accogliere WeTipico c’è l’agronomo Alberto Agosta, che ha realizzato il sogno suo e del fratello Vincenzo dando vita con i cugini Enrica ed Alberto al consorzio Feudo Mondello di cui è l’amministratore. Ci sono voluti 15 anni per realizzare il pastificio: è ed è stata per lui una grande emozione.
Frutto di tanti sacrifici fatti però con il sorriso, la passione, l’amore e la professionalità. Tutto qui, all’interno del pastificio, è a gestione familiare.
Alberto spiega che “il sogno del pastificio è nato per la volontà di chiudere la filiera e dare continuità all’azienda e la continuità è rappresentata dal figlio mio Alfonso e da suo cugino Lillo che sono gli attuali mugnai e pastai. Quelli che trasformano il nostro grano in pasta. Hanno ereditato la passione di famiglia per la loro terra: un duro lavoro ma tanto entusiasmo.”
Le fasi di lavoro
All’interno della struttura si respira il profumo delle farine e delle semole macinate a pietra che conservano il germe e parte della crusca del grano.
Ma prima di arrivare alla produzione della pasta, c’è tutto un lavoro dietro: si comincia dall’aratura, cioè la lavorazione del terreno, che avviene tra maggio e settembre. Poi si passa alla preparazione del letto di semina (ottobre e novembre), quindi si comincia la semina tra i mesi di novembre e dicembre. Da gennaio a maggio si aspetta il raccolto, assistendo allo spettacolo che solo la natura sa regalare, in un’oasi di pace tra le colline del feudo.
A giugno si raccoglie il grano (la trebbiatura). Poi – a rispettare il chicco preservandone il germe e la crusca – ci pensa la lenta rotazione della macina in pietra. La pasta acquista la sua forma grazie alla trafilatura in bronzo, non solo la forma, ma conserva anche la naturale ruvidità che la contraddistingue dal prodotto industriale. L’essiccazione viene fatta mantenendo una temperatura che va al di sotto dei 40 gradi. Ciò permette di conservare intatto il gusto e il profumo del chicco di grano, regalando al prodotto una propria identità.
I tipi di pasta firmati Feudo Mondello
Così ci guida durante la visita spiegando tutti i segreti che fanno della sua pasta un prodotto unico: spaghetti, mezze penne, rigatoni, caserecce e tante varietà di pasta integrale vengono realizzate con il grano duro attraverso il mulino in pietra.
Una chicca per i lettori
Infine, dopo il tour nei campi e del pastificio è arrivato il momento di svelare una chicca per i lettori: “la particolarità della pasta è che va mangiata con un filo d’olio e senza niente perché ha un gusto e un suo profumo che è diverso chiaramente dalla pasta industriale. È fondamentale il colore che deve essere il più possibile vicino a quello del grano”, come spiega Alberto.
Ed a tavola si porta tutta la ricchezza di un prodotto naturale, dal gusto unico, che lascia il sapore del grano appena raccolto. La pasta è ricca di fibre (8 gr su 100) quindi ha un basso indice
glicemico che è ideale per una sana alimentazione. Un prodotto di qualità curato nei minimi dettagli, persino nella confezione.
Wetipico ringrazia il dottor Alberto Agosta per l’intervista
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