Diolosà. Storia di chi torna per passione e fonda la sua azienda agricola

Veniamo bombardati da immagini di giovani che emigrano. Immagini di ragazzi e ragazze con in mano la valigia e di genitori che li salutano in preda alle lacrime. Ci si domanda come porre freno a questo fenomeno. Ci si convince che invertire questa tendenza sia impossibile, ma c’è chi l’ha fatto. Antonio Diolosà, di Azienda Agricola Diolosà, ha deciso di tornare nella sua splendida terra, di abbandonare la Francia, luogo dove lavorava, e di lavorare la terra del sud. Una scelta coraggiosa, una scommessa che il giovane Antonio sembra stare vincendo.
Diolosà: Dalla Francia all’Italia senza rimpianti
-Salve Signor Diolosà, potrebbe parlarmi della sua azienda? Perché investire e scommettere nel territorio a soli 24 anni?
L’azienda è prevalentemente incentrata sulla produzione di arance, olio e olive. Nasce poco più di un anno fa per passione. Il mio è un paese agricolo, avevo un po’ di terreno del nonno, ho acquistato un altro ettaro e lavoro anche nei terreni della mia ragazza.
Ho deciso di mettermi in gioco poiché credo che ad oggi serva un agricoltore diverso, che riesca anche ad immettersi nel mondo social e che riesca a far percepire il prodotto in maniera differente e stuzzichi l’interesse del cliente. Inoltre, prima l’agricoltore era poco acculturato, ma oggi,, a volte manca esperienza, sebbene si possa sempre imparare.
L’azienda si trova vicino a una vecchia ferrovia e c’è un ponte abbastanza particolare del Ventennio.
Le difficoltà che non spaventano ma spronano a migliorare
– Come sono stati gli inizi? Quali sono i suoi progetti per il futuro dell’azienda?
Io, prima di aprire questa azienda agricola, vivevo in Francia e avevo aperto un’azienda. Lì vendevo molto gli agrumi. Ma lì ero solo e, in seguito a dei problemi, ho deciso, dopo un anno, di tornare e sono stato fermo un po’. A me è sempre piaciuta la campagna, dove ho sempre vissuto, ho una passione per gli agrumeti, per gli aranceti in particolare, e ho deciso di scommetterci. Fortunatamente, sono entrato nel mercato quando il prezzo degli agrumi è salito e quindi ho avuto un ricavo che non pensavo fosse raggiungibile.
In futuro vorrei poter ingrandire l’azienda, riuscire a prendere altri terreni, dato che non è facile di andare avanti con così poco. Al momento ho deciso di partecipare a mercatini e alle fiere per farmi conoscere. Nel frattempo, lavoro anche con il mio papà.
Diolosà: Produrre nel arance e olive nel pieno rispetto della terra
-Quali sono i suoi prodotti di punta e cosa distingue questi prodotti dagli altri in commercio? Cosa significa per lei produrre nel rispetto della terra e delle piante?
Io produco arancia tarocca di diverse varietà, dal muso al tarocco Catania al barbuto. Le olive che produco sono le nocellara dell’Etna, che uso sia per olio di oliva e, se di buon calibro, o anche per oliva da menta. Nel mio agrumeto cerco di curare il prodotto al meglio per farlo apparire il più appetibile.
Produco tutto in maniera più rispettosa possibile per l’ambiente e cerco di non usare glifosato per terra, zappo e non irroro. Aggiungo che l’arancia rossa è molto dolce, colorita e fa benissimo alla salute. Il nostro olio delle pendici dell’Etna è abbastanza forte e nel tempo non perde qualità, credo sia uno dei migliori esistenti
Esperienza, passione e umiltà: Le carte vincenti di Azienda Agricola Diolosà
– Come definirebbe il suo rapporto con i clienti locali e con gli altri produttori del territorio?
Producendo una quantità abbastanza grande di agrumi, circa 50 000 kg di arance, spesso vendo ai grossisti, non ho un rapporto diretto con il cliente in questo caso. Diverso è per l’olio, che vendo frequentemente in paese, al dettaglio. Ovviamente, nel prezzo c’è differenza, vendere al dettaglio ti permette di guadagnare di più.
Gli altri produttori che conosco sono in maggior parte anziani. Con pochissimi di loro, circa due, ho un rapporto di amicizia. Fra di loro c’è un mio vicino di 83 anni mi sta insegnando molti trucchi del mestiere.
Recentemente, ho conosciuto un gruppo di agricoltori con cui ho partecipato a una fiera agricola. Non mi aspettavo tanto successo, alla gente interessa moltissimo il prodotto a km 0. Alla fiera ho portato spremuta di arancia e melograno e ho notato molto interesse nel cliente, un pubblico interessato che non mi aspettavo! Il mio è un paese in provincia di Catania ma, quando vado in città, noto che lì la gente è davvero interessata al km 0 e si fida di più dell’agricoltore e dell’azienda agricola. Ultimamente si è sviluppato molto l’interesse per il genuino e questo giova sicuramente a noi piccoli produttori.
Le parole dell’esperto
-Chi meglio di lei potrebbe dirci qual è il modo migliore per conservare i vostri prodotti e consigliarci qualche abbinamento culinario
Io sono contrario alla tendenza di mettere la frutta in frigo. L’arancia rossa, per esempio, va messo al riparo dal sole e dal freddo eccessivo e, in queste condizioni, può conservarsi per più di un mese. Consiglio molto l’insalata d’arancia, condita con olio d’oliva e cipolla e sale.
L’olio è buono con tutto, si sa, ma il pane casereccio con un pizzico di sale e olio è una vera bontà!