I 5 vini del Piemonte Collina Torinese D.O.C.

Continua il nostro percorso volto alla scoperta di prodotti tipici piemontesi. In particolare, abbiamo scelto di concentrare questo viaggio alla conoscenza della viticoltura del Piemonte. Questa volta vi parleremo di altre 5 tipologie di vini piemontesi altrettanto interessanti per la loro storia, caratteristiche e profili organolettici che fanno parte della zona vitivinicola Collina Torinese D.O.C.
Il Piemonte è una delle più grandi regioni vitivinicole italiane che conta più di 50.000 ettari di vigneti. La coltivazione dell’uva è sita in collina, ma anche nelle fasce alpine e prealpine, dove il lavoro diretto e manuale dell’uomo è preponderante. Oltre l’80% del vino prodotto è a denominazione di origine. Su 73 D.O.C.G. (Denominazione di origine controllata e garantita) e 332 DOC (Denominazioni di origine controllata) presenti in tutta Italia, solo in Piemonte si registrano 17 vini D.O.C.G. e 42 D.O.C.. Questi vini piemontesi prodotti sule colline torinesi sono famosi in tutto il mondo, simbolo del Made in Italy
I vitigni del vino D.O.C. Collina Torinese si estendono sulle colline (circa in una trentina di comuni) a sud di Torino, in un territorio di grande importanza ambientale. Queste terre hanno un grande valore agricolo, storico, artigianale e culturale. Le aree vitate si alternano a castelli, borghi e chiese. Già dal 1400 il vino torinese di queste zone arrivava alla corte dei Savoia, ma solo dal 1600 ci sono informazioni precise sulla zona di produzione e sulla varietà dei vitigni. Una zona ventilata, luminosa e favorevole al giusto sviluppo delle vigne, dove vengono coltivati Barbera, Bonarda, Freisa, Malvasia di Schierano e Cari.

Il D.O.C. Collina Torinese è stato approvato come vino a Denominazione di Origine Controllata con il Decreto Ministeriale 14 ottobre 1999. I disciplinari delle denominazioni D.O.C. prevedono al loro interno specifiche tipologie di vino, che si caratterizzano per la loro composizione ampelografica. Ossia, i vitigni sono utilizzati solo se rispettano i parametri ammessi per le procedure di vinificazione e per le specifiche caratteristiche organolettiche del vino.
Collina Torinese Rosso e Rosso Novello
I vitigni che rientrano nella composizione del vino Rosso e vino Rosso Novello sono: Barbera minimo 60%, Freisa minimo 25%, vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Piemonte per il rimanente 15%. Titolo alcolometrico: 10,50% vol. per il vino Rosso e 11% per il Rosso Novello.
Le caratteristiche organolettiche del Collina Torinese Rosso D.O.C. e Rosso Novello D.O.C. prevedono un colore rosso rubino, più o meno intenso. Il profilo olfattivo del vino Collina Torinese rosso D.O.C. è intenso, caratteristico, vinoso e al palato risulta secco, armonico.
Si consiglia il consumo entro 2 anni dalla vendemmia. Temperatura di servizio: 13-14°C.
Abbinamenti: questi vini possono essere serviti a tutto pasto, oppure adattati a piatti di salumi come salsicce e prosciutto, formaggi locali quali Bra, Raschera, Grana Padano e Toma Piemontese. Si possono inoltre abbinare a bagna-caoda e trippa.

Collina Torinese Barbera
I vitigni piemontesi che rientrano nella composizione del vino Barbera sono: vitigno Barbera minimo 85%, vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Piemonte per il restante 15%. Titolo alcolometrico: 10,50% vol.
Il Barbera D.O.C. ha un colore rosso rubino, intenso. Il profilo olfattivo è vinoso, caratteristico e al palato risulta secco, fresco, armonico e di buon corpo.
Si consiglia di servirlo a 14°C nei mesi caldi, 18°C in quelli freddi, stappando la bottiglia al momento.
Abbinamenti: è un vino fermo e si può consumare a tutto pasto. Ottimo con salumi, formaggi, primi piatti, paste ripiene come gli agnolotti, carni bianche o carni rosse alla piastra. Da provare anche con bolliti misti.

Collina Torinese Bonarda
I vitigni di Bonarda Piemontese sono prodotti sulle colline torinesi e nella fascia pedemontana del Pinerolese.
Nella composizione di questo vino piemontese troviamo lo stesso vitigno Bonarda con una concentrazione di minimo 85%, con l’altro 15% di vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Piemonte. È un vitigno vigoroso, che ben si adatta a forme d’allevamento espanse; ha una buona resistenza alle malattie e una buona e costante produzione.
È un vino di colore vivace, rosso rubino chiaro, ben strutturato e armonico, grazie ad un’adeguata, ma non eccessiva acidità fissa che lo rende adatto anche ad un limitato invecchiamento (si consiglia il consumo entro 2 anni dalla vendemmia).
Temperatura di servizio a 14-16°.
Abbinamenti: si può consumare a tutto pasto. Ottimo con formaggi freschi, minestre leggere, salumi saporiti, ma anche bagna-cauda e trippa.

Collina Torinese Malvasia
Il Collina Torinese Malvasia è un vino da dessert. Il vitigno da cui si produce è una cultivar tipica aromatica, un tempo molto più diffusa ed apprezzata: la Malvasia di Schierano (frazione di Albugnano, AT). Oggi, questo eccezionale ed antico vitigno piemontese è coltivato unicamente nell’area della Collina Torinese e sulle confinanti colline Astigiane.
I vitigni che rientrano nella composizione del vino Malvasia sono da vitigno malvasia minimo dell’85%; possono concorrere alla produzione altri vitigni a bacca rossa, raccomandati e/o autorizzati per la provincia di Torino, fino ad un massimo del 15%.
Le caratteristiche organolettiche del Collina Torinese Malvasia DOC prevedono un colore Rosso cerasuolo. Il profilo olfattivo è fresco, fragrante, che ricorda l’uva d’origine e al palato risulta dolce, armonico. Vino leggermente aromatico.
Temperatura di servizio: 12-14°C
Abbinamenti: frutta e pasticceria come le crostate a base di frutta.

Collina Torinese Pelaverga (o Cari)
Il Pelaverga Cari è un vecchio vitigno autoctono torinese, un tempo, accomunato alla grande stirpe delle malvasie. È invece un parente stretto del Pelaverga, solo che, a differenza della vite cugina coltivata a Verduno, nelle Langhe, ha la bacca grande. Fin dal Seicento le venivano attribuite delle proprietà afrodisiache e veniva offerto alle coppie di sposini perché brindassero la prima notte di nozze. Le caratteristiche del Cari sono quelle di un vitigno non aromatico, classificabile come “dolce”, ma con un residuo zuccherino (zuccheri non fermentati) relativamente basso.
Oggi il Pelaverga Cari è prodotto in quantità molto limitata: circa 3.500 bottiglie l’anno.
Il Cari Pelaverga si serve a una temperatura di 6-8°C.
Abbinamenti: è un vino lievemente frizzantino ed è particolarmente indicato in abbinamento con dolci e dessert in genere, con paste secche o anche fuori dai pasti per dolci o per intermezzi pomeridiani estivi e rinfrescanti.