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Il Barolo D.O.C.G. delle Langhe: il re dei vini Piemontesi

Pubblicato il 20-08-2020
da Redazione
Categorie:
  • Piemonte
  • Produzioni Locali
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  • Tipici
  • Vino

Ancora una volta ci ritroviamo nelle splendide Langhe. Nel precedente articolo, abbiamo iniziato un percorso di scoperta dei vini tipici delle Langhe che oggi abbiamo il piacere di approfondire occupandoci di uno dei principali vini piemontesi: il Barolo DOCG.

Evoluzione delle Langhe

Il territorio delle Langhe affascina con le sue colline, dove prosperano dei magnifici vigneti. Questa terra, nel giro di cinquant’anni, è riuscita a sviluppare un’economia agricola solida ed efficace. Facendo un passo indietro, le Langhe di una volta era ben diverse dalla terra che conosciamo oggi. I contadini che vivevano le colline piemontesi faticavano nei campi, senza nessuna certezza e sicurezza. Tuttavia, dopo la Seconda Guerra Mondiale, negli anni cinquanta si iniziano a vedere i primi segnali di cambiamento. Infatti, il boom economico comincia a influenzare anche la vita dei contadini nelle Langhe. Tra gli anni ’70 e gli inizi degli anni ’80 la vita agricola e il lavoro nella vigna iniziò a dare dei risultati di natura sociale ed economica. La fatica cominciò a trasformarsi in ricchezza. Molti di quelli che in passato andarono a cercare fortuna nelle fabbriche di Alba e dintorni, lasciando la campagna e la vigna, finalmente ritornarono.

Ben presto il vino delle Langhe, divenne un importante punto di riferimento. Infatti, le antiche cantine piemontesi conservano dei vini pregiati che oggi vengono esportanti in tutto il mondo. Questi vini piemontesi, stappati e sorseggiati, sembrano narrare la storia di queste colline.

Barolo DOCG, conosciamolo insieme

Il Barolo DOCG, “re dei vini e vino dei re”, più di tutti racconta la storia delle colline delle Langhe. Sono pochi i vini che possono vantare un legame così profondo con la propria terra, ma il Barolo Docg ne è espressione pura.

Vigna di Nebbiolo nelle LangheIl Nebbiolo (al 100%) è una cultivar tipica piemontese utilizzata per la produzione di Barolo. Questo vitigno è fragile ed i grappoli hanno bisogno di una lunga maturazione che si protrae fino a novembre inoltrato.

Quasi 800 sono i produttori piemontesi che coltivano e trasformano l’uva Nebbiolo in Barolo. 11 comuni produttori di vino Barolo da Nebbiolo sono distribuiti su un’area di circa 1700 ettari. Tra questi, troviamo: Castiglione Falletto, Diano d’Alba, Barolo, Novello, Serralunga d’Alba, Monforte d’Alba, Cherasco, Verduno, Roddi, La Morra e Grinzane Cavour. L’area geografica di produzione delle uve delle Langhe è protetta dalla catena montuosa delle Alpi piemontesi e subisce l’influenza di correnti miti e umide dal Mar Ligure. Queste condizioni, creano un contesto climatico unico e ottimale per la produzione dei tipici vini del Piemonte. Il terreno ha una conformazione variegata che va dal calcareo-argilloso a quella più marnosa e sabbiosa: questi fattori influiscono sull’uva Nebbiolo e le conferiscono particolari strutture e profumi.

Uva di Nebbiolo delle Langhe

Il Barolo piemontese, per essere definito tale, subisce almeno 38 mesi di invecchiamento, di cui 18 in botti di legno. Diventa Barolo “Riserva” solo dopo 5 anni di affinamento. Il titolo alcolometrico volumico totale minimo è 13,00 % vol. Il colore è rosso rubino trasparente, che col tempo vira verso l’aranciato. Al naso si apre un ricco bouquet di profumi. Si percepiscono note di frutti rossi e sentori dati dal passaggio in legno, richiamando piacevoli note calde di tostato, tabacco e vaniglia. Al palato è elegante e misurato, quasi terroso: i tannini donano una struttura e persistenza asciutta, piena e armonica.

Vino di Barolo varietà Nebbiolo

Abbinamenti: un vino da aprire nelle ricorrenze più significative. Il suo valore merita piatti altrettanto complessi e strutturati: accompagnatelo con i piatti a base di carne, come arrosti, brasati, selvaggina, capretto e agnello. Un abbinamento perfetto è anche quello con formaggi forti dalla lunga stagionatura, esempio il Bra duro e il Castelmagno. Non sottovalutate gli abbinamenti con il cioccolato amaro, e prodotti di pasticceria locale.

Invecchiamento in bottiglia di Vino Barolo

Più è vecchio, più è buono

Per un regalo importante o per stupire a tavola nelle occasioni speciali, potete andare alla ricerca delle annate considerate eccellenti, consigliamo quelle del:

1947: grande struttura e complessità. Profumi nobili, ampi e persistenti che si confermano in tutta una gamma di sensazioni gustative vellutate ed eleganti.

1971: un equilibrio eccezionale e elegante. Un’ampia gamma di sensazioni olfattive e gustative.

1982: vino ricco di grande struttura e complessità. Profumi ampi e persistenti, al palato vellutato ed elegante.

1990: straordinario. Profumi intensi, ampi ed eleganti. Grande armonia, morbidezza e persistenza aromatica.

1997: sensazioni olfattive e gustative sorprendenti. Un vino generoso. Una lunga persistenza aromatica. Eccezionale longevità.

1999: colpisce per la sua armonia ed equilibrio.

2001: generoso e forte con un bouquet molto complesso. Un vino di grande equilibrio e persistenza aromatica.

2004: questo è un vino intenso e ricco con una struttura elegante.  Colpisce il palato con la piacevole sapidità unita ai tannini che tendono al dolce.

2012: non è considerato una annata eccezionale ma è da menzionare l’eccellenza della materia prima per quanto riguarda l’aspetto fitosanitario e le caratteristiche organolettiche, fattori che hanno permesso di ottenere vini fruttati e molto equilibrati.

(Visitato 44 volte, 1 visite oggi)
  • barolo docg
  • nebbiolo
  • vino invecchiato
  • vino piemontese barolo

Redazione

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