Il linguaggio universale dei vini naturali della Valle del Savuto

Proseguiamo la nostra avventura in giro per l’Italia, fermandoci in Calabria. Parleremo dei vini calabresi naturali, prodotti dall’azienda agricola e cantina Le Moire.
I vini naturali, a livello legislativo, non hanno rigide regole ben definite da rispettare. Infatti, non esistono disciplinari pensati per i vini naturali. Questo nome ci fa pensare al vino come a una semplice “spremuta di uva”. Ma per fortuna, il vino naturale è ben più di questo. La sua complessità richiede condizioni tecniche e naturali bene precise per evolversi in nettare d’uva di eccellenza. In generale, possiamo dire che il vino naturale subisce interventi minimi, atti a non modificare la natura stessa del vitigno di partenza. Ma per capire davvero cosa è un vino naturale e perché preferirlo, ci siamo affidati al titolare de Le Moire, medico e vignaiuolo, Paolo Chirillo. Sarà lui a farci innamorare dei vini del Savuto e a introdurci nel linguaggio universale del vino naturale.
La Valle del Savuto: vitigni e terroir

Innanzitutto, è fondamentale comprendere il luogo in cui siamo, per capire a pieno i vini de Le Moire. La Valle del Savuto prende il nome dallo stesso fiume che la percorre per circa 48 chilometri. L’etimologia rimanda ai “Sabatum”, feste del vino nel mondo antico. In questo luogo uomo e natura si sono fusi armonicamente. Tutt’intorno boschi incontaminati si sposano alle terre coltivate a vigneto. Ancora una volta le coltivazioni tipiche secolari si mescolano alla natura, costituendo un paesaggio idilliaco. I vigneti de Le Moire sono ubicati a 400 metri sopra il livello del mare, immersi in un ecosistema che lo stesso Chirillo definisce “vergine”. I terrazzamenti sono accarezzati dolcemente dal sole della sera, che accompagna le uve alla maturazione. Questo lembo di terra calabrese restituisce doni eccezionali, attraverso cultivar autoctone come il Mantonico, e il Magliocco Dolce (sinonimo di Arvino e Greco Nero). I vini DOC Savuto de Le Moire raccontano le asperità, ma anche la voglia di riscatto di questa terra. Insieme, scopriremo che questi vini naturali calabresi sono storia e cambiamento, sono antico e nuovo, sono asprezza e libertà.
La potenza espressiva dei vini naturali
La storia de Le Moire si intreccia al racconto della vita di Paolo Chirillo. La passione per l’enologia e la viticoltura scorre in Paolo, anche quando segue la sua vocazione di medico. La vita offre sempre nuove possibilità e la scelta di Paolo è quella di rientrare in Calabria e dedicarsi al suo amore per il territorio. Così, ricomincia ad avere a che fare con un soggetto vivo, complesso e in continuo cambiamento: il vino. Oggi, Le Moire produce 4 tipologie di vino: 2 Savuto DOC, nella versione Rosso e Rosato, e due Calabria IGT nella versione Rosso e Bianco. Quattro magistrali interpreti della Calabria, quattro vini di territorio.
Mantenere l’integrità del vitigno, in tutta la sua potenze espressiva, è sicuramente uno degli obiettivi aziendali. Preservare l’identità del territorio attraverso la magnifica biodiversità in vigna è il ruolo fondamentale del viticoltore. Da Le Moire si respira questo senso di responsabilità in ogni azione pensata, progettata e svolta. È stata una scommessa che nel tempo Paolo sa di aver vinto. Un cambiamento radicale il suo, che ha permesso la nascita di qualcosa di grande, bello e inclusivo.
Perché scegliere i vini naturali Le Moire?
Quello che stiamo per fare non è solo parlarvi semplicemente di vino. Vi raccontiamo sì di un vino di alta qualità, con tantissimi attributi positivi che non mancheremo certo di esplicitarvi. Ma il desiderio è quello di provare a seguire il viaggio che porta fino al vino, che è inizio e fine del percorso stesso. Parliamo di vino naturale che per essere prodotto richiede un approccio agronomico di accompagnamento.
Nulla è forzato, ma semplicemente si ridà alla natura quello che lei offre in uva. Le viti sono inserite in un ecosistema più grande, in forte connessione con i boschi circostanti e la fauna selvatica. Nessun trattamento o intervento è ammesso. In cantina si procede tutelando ciò che viene dalla natura. Infatti, i lieviti naturali sono gli unici che innescano le fermentazioni e sono attori principali della trasformazione. Lunghe decantazioni sostituiscono chiarifiche e filtrazioni. Acciaio e vetro sono gli unici materiali utilizzati per garantire il naturale carattere del vino, eliminando le interferenze del legno. Ecco che il vino naturale assume concretezza. Il vino naturale, ci spiega Chirillo, è un vino senza difetti e ben fatto. Naturale non vuol dire meno buono o “estremo”. In generale, quelli de Le Moire sono vini di struttura, che non stancano e si fanno bere facilmente. Inoltre, sono vini che invecchiano bene ed evolvono positivamente nel tempo.
Vini naturali che parlano un linguaggio universale
Facciamo sfilare i 4 vini Le Moire come in passerella, sperando di riuscire a descriverli nella loro pienezza. C’è un unico bianco in cantina, ma vale per tanti. Zaleuco è il nome di questo IGT Calabria in purezza da uve di Mantonico. Di eccezionale forza, è un vino brillante che esprime la luce della Calabria e della sua gente. Inutile dirvi, che bevuto a 10/12°C sarà in grado di stupire con la sua potenza aromatica e la sua morbidezza al palato.
Continuando, Mute è il Savuto DOC Rosso che è il risultato di 3 uvaggi: Arvino, Magliocco Dolce e Greco Nero. Tre vitigni autoctoni calabresi che si alleano per dar vita a un’unica identità. Un vino rappresentativo del territorio, strutturato e ammaliante, con le sue note fruttate e speziate. Il miglior modo per far si che Mute possa parlare è in abbinamento alla speciale complessità gastronomica calabrese.
“Né maschio e né femmina” così veniva anticamente tacciato il Rosato dai contadini del luogo. Il suo essere ibrido oggi è sicuramente un eccezionale valore aggiunto che lo rende unico. Shemale è un rosato dai profumi sorprendenti, cangianti e avvolgenti. Il nome di questo vino è una chiara dichiarazione di libertà, di accoglienza e di uguaglianza. Shemale vuole essere l’esaltazione di un’identità maltrattata. Annibale è un Calabria IGT Rosso, unico nel suo genere. “La memoria dell’elefante, la forza del conquistatore”. Questa frase riassume il suo carattere storico e rappresentativo, insieme all’intensa carica olfattivo-gustativa. Il 60% di Magliocco Dolce (vitigno autoctono) dona corposità e struttura a questo IGT.
I vini calabresi Le Moire parlano ancor prima di essere degustati. Il tentativo (ben riuscito, aggiungiamo noi) era quello di legarsi al territorio anche con immagini e nomi. L’arte, la storia e l’attualità sono stati fondamentali per intraprendere questo particolare linguaggio universale enologico. L’idea è quella di comunicare con chi sceglie i vini Le Moire. L’aspetto più interessante è come emerge la complessità del vino attraverso linguaggi semplici e comprensibili a tutti. In questo modo, chiunque potrà innamorarsi di Zaleuco e di Shemale. E a ognuno Mute e Annibale potranno raccontare una storia diversa, personale ed intima.
Ecco la potenza dei magistrali vini naturali Le Moire. Qui l’eccellenza vinicola ed enologica incontra le anime e la passione.
Lasciate che il vino naturale si esprima
I vini naturali sono percepiti come vini da bere in fretta, perché facilmente deperibili. Quelli Le Moire non hanno paura del tempo. Invecchiando, non perdono “la frutta”, ma semplicemente evolvono. Il cambiamento è un avvenimento positivo, che rappresenta la crescita e la grandezza di un vino naturale. Paolo Chirillo consiglia di ossigenare i vini prima di berli, compreso il bianco.
Inoltre, il suggerimento è quello di provare (semmai dovesse avanzare!) a bere il vino il giorno dopo. La sua aromaticità potrebbe crescere, continuando a regalare un viaggio sensoriale nuovo e intenso.
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