Il sole tra i capelli: Sara Favarò, la cantautrice e scrittrice che racconta la Sicilia
I suoi capelli color oro rievocano il sole caldo della Sicilia. Ed è proprio di questa terra che la scrittrice, cantautrice e attrice Sara Favarò racconta nei suoi lavori. Dalla scrittura di saggi alle canzoni, passando per la recitazione. In Sicilia, e in particolare a Vicari, in provincia di Palermo, è nata Sara, un comune della Sicilia che sorge a 700 metri sul livello del mare sulla direttrice Palermo – Agrigento, tra mandorli e ulivi. Ma Sara all’età di 11 anni si è trasferita con la sua famiglia a Palermo e qui ha scelto di rimanere per esercitare la sua attività: città che la stima e la ama. Di Palermo e della Santa Patrona della città, Santa Rosalia, recita, scrive e canta.
Di recente, le sue canzoni sulla patrona di Palermo sono state raccolte in un cd interpretato dalle voci di Alessio Scarlata, Marta Favarò e lei stessa. Il cd contiene anche un inno alla Santuzza cantato a tre voci. Insomma una canzone, o meglio un inno, dal titolo “Viva, viva Rusulia”, dove si possono ascoltare tre magnifiche voci e tre generi diversi: lirica, musica leggera e folk con la musica di Salvatore Scinaldi. Ecco il brano scritto da Sara: Viva viva Rusalia, virginedda, casta e pia, la prjera fu la so via, stenti e fami pi cumpagnia. Palermu l’amava e l’ama, Lu so nomi sempri chiama, ludamula tutti uguali, libberi ni renni di lu mali, libberi no renni di Lu mali. Nica si vestí d’eremita, si livó l’abito di sita, Lu Signuri si la chiamó, in paradiso si la purtó. Palermu l’amava e l’ama Lu so nomi sempri chiama, ludamula tutti uguali, libberi ni renni di mali, libberi ni renni di Lu mali.” Il brano racconta in breve la storia di Rosalia Sinibaldi, promessa sposa a dodici anni ma, a 14 anni, la giovane sceglie la vocazione al matrimonio. Così, spogliandosi dei suoi averi – Rosalia apparteneva ad una nobile famiglia palermitana – da eremita, si reca anche sul Monte Pellegrino, dove muore. Grazie al ritrovamento delle ossa della Santa, nel 1624, e portate in processione, la peste si spense. È così che i palermitani la elessero santa patrona della città. Sulla storia della Santa ci sono molti studi e tesi differenti, che Sara Favarò ha approfondito, scrivendo diversi libri sulla patrona di Palermo.
Lei ha scelto di dedicare diversi libri alla Santa. L’ultimo si intitola “Viva Palermo e Santa Rosalia”, che contiene la prefazione del sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, scritta in tre lingue: italiano, francese e inglese e l’introduzione del reggente del Santuario di Monte Pellegrino Don Gaetano Ceravolo. Ci può parlare di questo libro?
Sì, il libro è suddiviso in quattro parti. La prima è in italiano ed è un poema in quartine ed endecasillabi in rima baciata sulla storia di Santa Rosalia. Poi c’è il cantastorie in siciliano. Una parte è dedicata ai canti con le partiture per eseguirli e infine c’è un testo per la trasposizione teatrale. Il libro inoltre raccoglie anche documenti inediti sulla vita di Rosalia Sinibaldi, aldilà delle credenze popolari. Le illustrazioni sono state curate da Tiziana Crivello.
Di recente ha anche recitato al teatro Lelio e Orione a Palermo. Ci racconta questa nuova esperienza?
Lo spettacolo è stato tratto dal mio libro “Viva Palermo e Santa Rosalia” per la regia di Gaetano Martorana e mia, con musiche mie insieme con Salvatore Scinaldi. Uno spettacolo che ha avuto una bella risposta dalla gente appassionata dalla storia della vita della Santa. Per me, ogni volta che salgo sul palco, è una nuova emozione.
Negli anni Settanta ha fondato una compagnia teatrale dialettale “I mafiosi”. Poi è nata la compagnia teatrale Gruppo arte Sikelia…
Sì, si tratta di una compagnia che opera nell’ambito dell’associazione culturale che presiedo. Gli spettacoli sono scritti e coordinati da me.
Se dovesse scegliere l’attività che più la rappresenta, tra l’essere cantautrice, attrice e scrittrice… quale sceglierebbe?
Non c’è un’attività che più mi rappresenta. Tutte insieme formano una sorta di puzzle, senza una di queste, il puzzle non sarebbe completo. Sono felice di recitare, lo faccio da quando ero una bambina. Tutt’ora quando salgo sul palco, mi viene sempre una colica, dovuta ad una sana emozione.
Tra gli altri libri scritti da Sara Favarò, ci sono: “Scioglilingua e indovinelli siciliani”, “Proverbi e detti Siciliani antichi”, “Conoscere la Sicilia” e… molti altri, se ne contano ben 56.
Altragamma ringrazia Sara Favarò per aver risposto alle domande.
Tutte le immagini presenti nell’intervista sono di Sara Favarò.
Qui potrete leggere i lavori della scrittrice siciliana: http://www.sarafavaro.it/