La Lomellina di Gavi Marchese Raggio, un’azienda che segue le tradizioni degli antichi viticoltori

Una storia che attraversa i secoli e che rappresenta, in modo completo, alcuni aspetti tipici dell’agricoltura italiana e delle capacità (oltre che della tenacia) dei produttori agricoli. Chi mette anima e corpo nel proprio lavoro riesce, anche nel corso di periodi di tempo molto lunghi, a creare dei marchi che diventano poi dei veri e propri simboli. È il caso dell’azienda La Lomellina di Gavi Marchese Raggio. che abbiamo il piacere di ospitare.
L’aspetto che colpisce maggiormente di quest’azienda, oltre all’eccelsa qualità dei vini prodotti, è il profondo rispetto nei confronti del lavoro degli antichi viticoltori. La tendenza ad attingere dal sapere secolare non impedisce però all’azienda di guardare al futuro, usufruendo delle nuove tecnologie per velocizzare la produzione.
La coltivazione dell’uva cortese (una delle migliori uve bianche) come base da lavorare per dar vita ai vini Gavi di qualità eccelsa. Ogni singolo chicco d’uva viene meticolosamente controllato e, se non in linea con il livello richiesto, subito eliminato. La prova di una continua ricerca della perfezione.
L’azienda segue inoltre in pieno la filosofia BIO (la certificazione biologica arriverà nel 2019), ed evita di utilizzare qualsiasi forma di pesticida, organizzando il lavoro in base al naturale ciclo delle stagioni.
Ci avviciniamo dunque all’azienda La Lomellina di Gavi Marchese Raggio con grande curiosità, rispetto e con la voglia di dare una sbirciatina al dietro le quinte.
Pronti ad accompagnarci nella splendida tenuta e nei 16 ettari di vigneti in compagnia del signor Giacoppo Salvatore, responsabile della gestione economica?
Avanti allora 🙂
- Buongiorno signor Giacoppo, grazie per aver accettato il nostro invito. Iniziamo subito, come nella miglior tradizione, dal principio: come e quando nasce la Cantina La Lomellina?
La cantina ha origini molto antiche. La villa e tutta l’azienda agricola vengono fondate alla fine del 1600 dalla potente famiglia genovese Lomellini. Si ha notizia dei primi vigneti intorno al 1816, quando l’ultimo erede dei Lomellini effettua il primo impianto di vigneto.
La storia poi riprende verso la fine del 1800, periodo in cui i Marchesi Raggio acquistano l’imponente tenuta che all’epoca era composta da quasi 2000 ettari di terreno. Con i Marchesi Raggio inizia l’importante e prestigiosa storia della cantina e dei suoi vini.
Infatti sono i Marchesi Raggio che, dopo la catastrofe abbattutasi sui vigneti di tutta Europa, la fillossera, reimpiantano i vigneti della tenuta, decimati dall’insetto e proprio in questa occasione, probabilmente viene introdotto a Gavi il vitigno Cortese.
Il vino bianco prodotto dai Marchesi Raggio inizia ad essere conosciuto ed apprezzato. All’inizio degli anni 2000, la tenuta viene acquistata dalla nipote degli ultimi Marchesi, sig.a Emanuela Croce Raggio. Iniziano subito i lavori di restauro della villa, risistemazione dei vigneti, ormai datati e della cantina, rimettendo mano al vecchio marchio dei Marchesi Raggio, e riprende la produzione in azienda del Gavi D.O.C.G. del comune di Gavi Marchese Raggio.
- Qual è precisamente il suo ruolo all’interno dell’azienda?
Io mi occupo della gestione agronomica, organizzativa e commerciale dell’azienda vitivinicola. Della gestione di tutta l’azienda agricola, che in questo momento è composta da circa 200 ettari e della villa seicentesca.
- L’azienda La Lomellina produce vini di grande qualità, ma tra le diverse tipologie quali sono i vini che possono essere considerati i vostri cavalli di battaglia?
La Lomellina di Gavi Marchese Raggio produce principalmente Gavi D.O.C.G. del comune di Gavi. Questo è il nostro cavallo di battaglia e noi cerchiamo di fare tutto il necessario per produrre il miglior Gavi possibile.
- L’intero lavoro di produzione viene svolto con un perfetto mix fra tradizione manuale e macchinari innovativi. È stato difficile “unire” tradizione e innovazione?
Assolutamente no, anzi tornare alla tradizione utilizzando le moderne tecnologie, e le nuove conoscenze in campo agronomico ed enologico, rende questo passaggio obbligatorio.
Noi da anni abbiamo abbandonato per esempio l’utilizzo dei diserbanti chimici, gestendo le erbe infestanti e il cotico erboso dell’interfila con i nuovi macchinari messi a disposizione dalla ricerca ingegneristica moderna. In questo passaggio c’è il ritorno alla tradizione, dove l’erba un tempo veniva controllata tramite sfalciatura manuale e non con l’utilizzo della chimica, come oggi che grazie all’innovazione meccanica si è tornati a controllare le erbe indesiderate come un tempo, sfalciandole, ma con modernità.
Nella lotta alle malattie crittogame si utilizzano induttori di resistenza e grazie alle nuove conoscenze sui cicli biologici delle crittogame ed all’utilizzo in sinergia dei dati meteorologici si riescono ad utilizzare in maniera sapiente i prodotti rameici.
Grazie al lavoro fatto in campagna le uve riescono ad arrivare in cantina il più sane e mature possibile migliorando il lavoro dell’enologo abbattendo ad esempio l’utilizzo dei solfiti.
- In che modo la tecnologia può aiutare le aziende agricole?
La tecnologia ormai è fondamentale in tutti i campi, in modo particolare in agricoltura. Perché solo grazie a essa è possibile produrre di più, produrre meglio e in modo sostenibile.
Non è più pensabile abbandonarsi completamente alla chimica per gestire certe problematiche, come le erbe infestanti, oppure le malattie o insetti dannosi. Bisogna guardare alle nuove tecnologie e alle nuove conoscenze in campo agronomico ed enologico per affrontare in modo sostenibile le problematiche esposte prima, solo in questo modo si possono vincere le sfide del prossimo futuro.
- Come annunciato sul sito dell’azienda, nel 2019 otterrete la certificazione biologica. Un passaggio importante che denota grande amore e rispetto per il territorio. Cosa può dirci in merito?
In realtà la certificazione biologica è stata un passaggio obbligato visto il tipo di agricoltura che facciamo, e la filosofia che applichiamo.
Come le ho scritto prima sono ormai anni che poniamo grande attenzione alla sostenibilità delle nostre produzioni. E non lo facciamo per moda o perché vogliamo salvare il mondo. Lo facciamo in primis per noi stessi, per fare in modo che il nostro luogo di lavoro sia salubre, perché crediamo che usare la tecnologia e le moderne conoscenze agronomiche ed enologiche ci possano permettere di ottenere un prodotto migliore, più salutare, e perché no, anche farci risparmiare nel processo produttivo.
Ormai già dal 2017 l’azienda si mette a “nudo” davanti al consumatore, pubblicando in etichetta e sul sito internet l’analisi multi residuale del proprio vino, portando all’attenzione del consumatore che all’interno delle nostre bottiglie non c’è altro che VINO, nessun residuo di fitofarmaco è presente all’interno dei nostri prodotti, noi lo chiamiamo “pesticide free”. E questo penso che valga più di ogni altra certificazione.
Ed è possibile ottenere questo risultato solo lavorando con dedizione e professionalità nei vigneti ed in cantina, utilizzando ed applicando tutte le conoscenze e tecnologie a disposizione.
- Come avviene la cernita dell’uva e degli acini migliori attraverso cui poi vengono realizzati i vostri vini?
La vendemmia delle uve per produrre i nostri vini avviene manualmente, proprio in questo momento viene fatta la prima cernita. Solo in annate sfavorevoli viene ulteriormente controllata mettendo le uve su di un tapis rouland, dove degli addetti eliminano i grappoli guasti o rovinati.
Devo anche aggiungere che la vendemmia ha inizio solo dopo aver fatto numerosi controlli sia visivi che analitici di laboratorio sui grappoli, per controllare l’andamento della maturazione al fine di effettuare la vendemmia quando le uve hanno espresso il massimo del loro potenziale e tutti i “componenti” presenti all’interno dell’acino sono in equilibrio.
- L’azienda si trova a Gavi (provincia di Alessandria), terra di lavoratori e di innata eleganza di retaggio sabaudo. Il contatto con il territorio è molto importante per chi crea prodotti dalla terra, giusto? In che modo il vostro lavoro rispecchia la propria appartenenza alla storia e alle tradizioni del Piemonte?
Come le ho risposto alla prima domanda, l’azienda è tra le più antiche presenti sul territorio. Si può dire che La Lomellina Marchese Raggio, come altre aziende storiche della zona, ha creato e plasmato il territorio del gaviese.
Senza queste aziende non ci sarebbe stata la trasformazione delle colline da boschi a vigneti,e sempre a loro si deve la nascita di questo elegante e importante vino bianco.
Far rivivere l’azienda dei Marchesi Raggio e dei Lomellini, riportandola agli antichi splendori, significa far rivivere le vecchie tradizioni, risanare un territorio, facendole ricordare quali sono le proprie origini dando un senso di appartenenza forte, rispolverando e ricordando l’orgoglio della propria storia e delle proprie origini.
- Per concludere, quali sono i progetti futuri dell’azienda? Qualche interessante novità in arrivo?
Sicuramente perseverare nella qualità, cercando anno dopo anno di migliorare sempre più. Andare incontro alle nuove richieste dei consumatori e del mercato, tendendo sempre a mente la tradizione.
Una storia affascinate che meritava di trovare spazio sul nostro blog. Ringraziamo l’azienda La Lomellica di Gavi Marchese Raggio per la disponibilità dimostrata.
Tutte le immagini contenute nell’intervista sono di proprietà dell’azienda La Lomellina Gavi di Marchese Raggio.