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La stilista Rosa Anna Argento e la sua “arte da indossare”

Pubblicato il 02-07-2019
da Serena Marotta
Categorie:
  • Artigianato
  • Sicilia
  • Storie

È cresciuta tra tessuti variopinti nella sartoria della mamma. Da lei e dalla passione per l’arte trasmessa da suo padre, che la portava in giro da bambina a fare passeggiate tra musei, chiese e oratori, si è sviluppata la sua creatività. Oggi Rosa Anna Argento dipinge e confeziona abiti che spesso le vengono richiesti in esposizione in luoghi splendidi della sua città: Palermo. La sua passione per questo tipo di attività è nata nel 2000, proprio perché dopo il liceo, si è dedicata alla famiglia, così si è laureata qualche anno dopo, contemporaneamente alla figlia che conseguiva nello stesso anno il diploma: Rosa Anna è mamma, moglie, architetto e restauratrice. È una donna determinata, creativa. La sua “Arte da indossare” è molto apprezzata. Ne è un esempio un abito che è stato esposto al teatro Massimo di Palermo qualche tempo fa, sua città natale, dove vive e lavora. Un abito che riproduce la cancellata del Teatro. Teatro che risale al 1875, esattamente il 12 gennaio (giorno anche dell’anniversario della rivoluzione siciliana del 1848) fu posata la prima pietra in piazza Giuseppe Verdi.

I suoi sono lavori che richiedono un lungo periodo di lavorazione perché sono parte di una fase creativa che continuamente è soggetta a verifiche ma nella quale non sono consentiti ripensamenti. “I miei abiti sono tutti realizzati in satin di pura seta”, spiega Rosa Anna.

Abito in satin con decorazioni dipinte a mano

 

 

Tra le sue creazioni c’è un abito dedicato a Brunilde delle Valchirie. L’abito è in satin di pura seta nero. Il modello è composto con un grande mantello su cui ha dipinto la meravigliosa cancellata  del Teatro Massimo di Palermo, gioiello del periodo liberty e opera di Giovan Battista Filippo Basile. Tornando al modello è da notare un grande triangolo posto sul petto che rappresenta la lancia che trafigge il petto di Brunilde privata del suo amato.

Tra le lance della cancellata si inerpicano tralci di rose rosse e boccioli. “Mentre le lance della cancellata simboleggiano la forza della donna, le rose sono la passione e l’amore che alberga nel cuore di una donna. Nella parte finale dell’abito la tecnica del Dripping, ovvero sgocciolamento del colore alla maniera di Pollock, a memoria del caos che alberga nel corpo di questa giovane.”, spiega la stilista.

Il grande arazzo “Stupor Mundi” creato da Rosa Anna Argento

Non solo abiti dipinti, la sua arte si estende anche ad altre opere, tanto che di recente è stata anche premiata durante la seconda edizione Giglio Blu di Firenze con l’arazzo “Stupor Mundi”, vincendo il primo premio internazionale ex-aequo per la pittura. “Il grande arazzo “Stupor Mundi” è l’emblema di una visione socratica dell’arte attraverso la poetica del frammento. Un tassello in cui viene sottolineata la storia della Sicilia quale luogo che ha saputo dare i natali alla lingua italiana grazie alla testimonianza dell’Illustre Dante Alighieri – spiega l’architetto Argento -. Il poeta fiorentino ha riconosciuto alla lingua siciliana, attraverso il suo “De Vulgari Eloquentia” la caratteristica di lingua nobile ed illustre grazie a Re Federico II  alla cui corte nasce e si sviluppa la poesia lirica d’amore. Il grande Arazzo in tela è dipinto sul rovescio per mostrare la sua magnifica trama che, in tal modo entra a far parte della struttura dell’opera”.

E poi: “La trama della storia intreccia al suo interno frammenti che si uniscono, seppur lontani, nel tempo. Lo sfondo interamente decorato con i magnifici motivi geometrici arabeggianti della Cappella Palatina, gioiello d’arte e di storia. Dante, visto di spalle, esce dalle consuete immagini iconografiche ma rimane comunque riconoscibile  mentre indica, con le sue sapienti mani, il pensante re Federico II, poeta e appassionato amatore dei falchi”. E aggiunge: “Tra le due figure si stende il primo rigo del “De Vulgari Eloquentia” col suo caporiga coloratissimo. Lo scenario che si apre è quello, a noi familiare del nostro mare, limpido, trasparente, calmo, su cui un veliero fa breccia e che questa isola sa accogliere sempre con la sua immensa generosità.”.

Insomma non si può che rimanere affascinati dalle creazioni di questa donna, che inoltre il mese scorso ha partecipato proprio con il suo arazzo “Stupor Mundi” al gemellaggio con la settimana delle Culture di Palermo e la città di Enna. La sua opera è stata esposta presso la Galleria Civica di Enna.

Altragamma ringrazia Rosa Anna Argento per l’intervista.

Tutte le immagini inserite nell’articolo sono di sua proprietà.

Per contattare l’artista, ecco il link della sua pagina Facebook

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Serena Marotta

Nata a Palermo, "Ciao, Ibtisam! Il caso Ilaria Alpi" è il suo primo libro. È giornalista pubblicista, laureata in Giornalismo. Ha collaborato con il Giornale di Sicilia e con La Repubblica, cura vari uffici stampa. Scrive per diversi quotidiani online ed è direttore responsabile del giornale online radiooff.org. Appassionata di canto e di fotografia, è innamorata della sua città.

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