Podere Monticelli: riscopriamo i grani antichi per salvare il futuro

Oggi vi portiamo a Villanova del Sillaro, in provincia di Lodi, dove sorge Podere Monticelli, un’azienda agricola che coltiva grani antichi. Abbiamo intervistato la titolare Cinzia Rocca.
Villanova del Sillaro
Villanova del Sillaro è un piccolissimo Comune, in provincia di Lodi, che conta circa 1800 abitanti.
Da sempre località agricola, ancora oggi la sua economia è basata sull’agricoltura.
Una gita a Villanova consente di staccare la spina dalle frenesia cittadina per immergersi nella realtà di un paese che ha saputo coniugare natura e Storia.
Oltre alle piccole aziende agricole da visitare, poco distante, a Sant’Angelo Lodigiano, gli amanti dell’Arte non resteranno delusi dall’affascinante Castello Morando Bolognini, un castello del XIII secolo che al suo interno ospita 3 importanti musei:
1) Museo Morando Bolognini;
2) Museo di Storia dell’Agricoltura;
3) Museo del Pane.
Azienda Agricola Podere Monticelli
Buongiorno Cinzia e grazie per la disponibilità. Parlaci un po’ della tua azienda. Come e quando è nata?
Podere Monticelli è nata circa 22 anni fa. A quei tempi io mi occupavo di tutt’altro, ero un’infermiera professionista.
Dopo la nascita dei miei figli decisi di fare la mamma a tempo pieno per qualche tempo con l’idea di rientrare a lavoro in seguito. Ma poi le cose andarono diversamente e decisi di non rientrare in ospedale.
Nel frattempo era morto mio suocero che possedeva questi terreni.
Così, insieme a mio marito, pensammo d’iniziare a gestirli.
Né io né lui sapevamo nulla di agricoltura. Così mi rivolsi al signor Giovanni Brambilla, che può essere considerato il capostipite dell’agricoltura biologica in Lombardia. Era un agronomo e mi affiancò per parecchi anni. Purtroppo ora non c’è più.
Così è iniziata la mia avventura con Podere Monticelli.

Hai detto che il signor Brambilla era il capostipite del biologico in Lombardia. Anche tu pratichi agricoltura biologica?
Sì, io sono partita fin da subito con l’idea di produrre secondo i principi dell’agricoltura biologica.
Inizialmente per ragioni di salute, provenendo io dal settore ospedaliero.
Andando avanti è cresciuta in me anche una certa consapevolezza ambientale e oggi sono convinta che questa sia la strada migliore sia per la salute sia per l’ambiente e il clima.
Quali sono i vostri metodi di coltivazione?
Non utilizziamo alcun prodotto chimico. E, a dire il vero, impieghiamo anche pochissimi fitofarmaci.
Il fertilizzante migliore è la rotazione delle colture in modo da mantenere il terreno sempre ricco di sostanze nutritive. Ogni tanto utilizziamo anche letame organico acquistato da piccole aziende biologiche locali.
I grani antichi dell’Azienda Agricola Podere Monticelli
Che cosa coltivate?
Finché era in vita il sopracitato signor Giovanni Brambilla, che aveva un’azienda zootecnica, coltivavo cereali per i suoi animali.
Da quando non c’è più lui ho deciso di coltivare solo per uso umano.
Al momento coltivo:
– legumi;
– farro monococco;
– farro dicocco;
– miscuglio 11 grani.
Che cos’è il miscuglio 11 grani?
E’ un mix di 11 grani antichi che sono stati recuperati dal DESR (Distretto Economia Solidale Rurale) con la collaborazione del Professor Dinelli dell’Università di Bologna.
Si tratta di grani con caratteristiche particolari, diversi rispetto ai grani moderni a cui ci hanno abituati.
Ti faccio un esempio: il profumo… Il pane prodotto con i grani antichi ha un profumo inconfondibile, profuma di cereali. Questo avviene per una ragione semplice. La farina prodotta a partire da questi grani antichi mantiene intatta la molecola del frumento che conferisce il profumo.
La farina 00, ultra raffinata, non ha più questa molecola che viene distrutta dal processo di raffinazione.
Anche il glutine è diverso, non tanto per quantità ma proprio per qualità. I grani antichi hanno il glutine nella sua forma originale, quella a cui il nostro intestino è fisiologicamente abituato e, per questo, non danno quasi mai problemi d’intolleranza.
Le farine fatte con i grani moderni, invece, hanno un glutine più elastico, più colloso. Non è più quello originale del cereale ma è stato modificato intorno agli anni ’50 quando serviva un prodotto che resistesse alla forza delle macchine impastatrici.

Hanno caratteristiche organolettiche particolari questi grani antichi?
Hanno la peculiarità di adeguarsi al territorio nel quale vengono coltivati. Assumono colorazioni e anche un sapore diverso a seconda delle caratteristiche del terreno e del clima.
Dunque un pane o dei biscotti fatti con grani antichi, mangiati in due città diverse, non avranno mai lo stesso identico sapore.
E in una società che, ormai, tende sempre di più all’omologazione, anche in campo alimentare, questa è davvero una piccola rivoluzione. I grani antichi ci permettono di riscoprire e riappropriarci delle specificità di ogni territorio.
Infine i grani antichi possono essere ripiantati di anno in anno e questo è un bel vantaggio per noi agricoltori che non siamo più costretti ad acquistare semi esteri.
Perché coltivi il miscuglio e non li coltivi in purezza?
Uno dei più grandi sostenitori dei miscugli è il Dottor Ceccarelli. Grazie ai miscugli le varietà si “ibridano”, cioè si scambiano le caratteristiche. Infatti già dopo qualche anno, all’interno del miscuglio, non si distinguono più le diverse varietà di cereali.
Il miscuglio consente di non rischiare la perdita di interi raccolti per le debolezze di una varietà in quanto ci sono le altre che compensano.
E’ una bella garanzia per noi agricoltori.
E per quanto riguarda gli altri cereali cosa mi racconti?
Beh un’altra “chicca” di cui vado molto orgogliosa è il farro monococco, un altro cereale antico.
Ho iniziato a coltivarlo perché per 13 anni ho collaborato con il CREA, un istituto di ricerca in agricoltura. Lì conservano tutti i semi antichi, di tutte le epoche e fanno sperimentazioni.
Così io, da sempre appassionata di Archeologia e “cose antiche”, ho iniziato ad appassionarmi e ho deciso d’iniziare a coltivare questa varietà di farro.
Hai anche il laboratorio di trasformazione?
No, sono da sola a gestire l’Azienda e non posso fare tutto. O meglio: volendo fare tutto al meglio, non posso fare tutto. Per questo ho fatto la scelta precisa di dedicarmi solo all’agricoltura.
Le farine vengono prodotte dal Mulino Zapparoli di Mantova.
Poi ho anche chi mi produce dei buonissimi biscotti vegani.

Vendita e contatti dell’Azienda Agricola Podere Monticelli
Dove è possibile acquistare i tuoi prodotti?
Ho deciso di fare vendita diretta e non passare dai grossisti.
Vendo principalmente ai GAS (Gruppi di Acquisto Solidali) o attraverso le Associazioni Fuorimercato e Buon Mercato.
Con Fuorimercato ho collaborato anche per la realizzazione di una birra che rientra nel progetto del Luppoleto Sociale.
Le mie farine la vendo anche al carcere Beccaria, dentro cui c’è il laboratorio Buoni Dentro dove producono dolci; al forno Bergamini Alessandro di Legnano e al forno Kruh di Bergamo dove lavorano con miscugli evolutivi, cioè miscugli di cereali che mutano le loro caratteristiche con il tempo, proprio come il mio miscuglio 11 grani.
Inoltre alcuni miei prodotti sono entrati da poco in una catena di alimenti biologici. Nello specifico tengono i miei biscotti vegani e una birra fatta con il miscuglio 11 grani.
E’ possibile venirti a trovare per una visita guidata?
Certamente. Però, essendo da sola, è necessario avvisarmi prima per prenotare la visita.
basta contattarmi al numero +39 342 558 4408
Per qualunque ulteriore informazione sull’Azienda Agricola Podere Monticelli visitare la pagina Facebook http://www.facebook.com/poderemonticelli
Ringraziamo Cinzia Rocca per la disponibilità a rilasciarci questa ricca intervista e per la passione con la quale ci ha introdotto nel suo mondo.